Valextra incontra Shan Jiang

L’illustratore, originario di Shanghai, Shan Jang ci racconta l’ispirazione da cui nasce la collaborazione con Valextra.

La collaborazione con l'illustratore Shan Jiang, nativo di Shanghai e residente a Londra, si è rivelata una sinergia e un incontro di culture fra consonanze e giustapposizioni delle nostre città d'origine. Qui ci racconta a cosa si è ispirato per interpretare il 520 e il Qixi per la nostra campagna e chi è il suo riferimento artistico per eccellenza.

 

Valextra: Quali elementi chiave di Valextra hai voluto evidenziare nelle tue illustrazioni?

 

Shan Jiang: In questa serie per Valextra mi sono focalizzato sul catturare l’essenza dell’amore, in particolare fra le coppie. Ho cercato di cogliere visivamente il concetto astratto di amore, enfatizzando le connessioni emotive e l’intimità reciproca che nasce fra due individui. Ogni opera d’arte è pensata per evocare un senso di calore e sensibilità a riflesso dell’eleganza di Valextra in ogni forma.

 

V: Come hai elaborato il tema del 520 nella serie di illustrazioni che hai creato per noi?

 

SJ: Tradurlo in opera d’arte è stata una sfida bellissima. A dispetto della tradizionale festa di San Valentino, il significato del 520 deriva dalla somiglianza fonetica con la parola amore in cinese e negli ultimi anni ha conquistato popolarità fra le giovani coppie. Con un contesto storico limitato da cui attingere, ho scelto di concentrarmi sulla trasmissione del viaggio emotivo di un giovane amore. Ogni illustrazione cattura le sfumature di questo percorso interiore, i momenti di incertezza mescolati all'eccitazione, la ricerca della perfezione in un mondo imperfetto e il delicato equilibrio tra sogni e realtà. Infondendo questi sentimenti astratti nell’illustrazione del 520, ho voluto creare una narrazione visiva che trasmettesse l'essenza di un romanticismo contemporaneo.

 

V: E come hai tradotto invece il tema di Qixi nella tua serie?

 

SJ: A differenza del 520, il Qixi ha profonde radici storiche che risalgono alla dinastia Han e che lo rendono una tradizione ampiamente riconosciuta e apprezzata da circa due millenni. Ho preso come punto di partenza per le mie illustrazioni l'immagine iconica del pastore e della tessitrice, rappresentata da un ponte formato da gazze magiche. La vera sfida consisteva nel rinnovare questa narrazione senza tempo e adattarla a un contesto odierno, pur conservando l'essenza culturale.

Per raggiungere questo obiettivo, ho mantenuto gli elementi fondamentali di Qixi, aggiungendo però un tocco contemporaneo. Il disegno della coppia vestita in abiti moderni con sottili accenni alla tradizione, mentre attraversa il ponte celeste sullo sfondo di un vivace paesaggio urbano, è riuscito a colmare il divario tra passato e presente. Inoltre, ho optato per uno stile che rispecchia gli amanti di oggi, evitando un'estetica troppo tradizionale a conferma di attualità e fascino. In sostanza, volevo onorare l'eredità duratura di Qixi e dare nuova vita alla sua narrazione con una nuova prospettiva contemporanea su una celebrazione culturale molto amata.

 

V: Fare l’illustratore è sempre stata la tua aspirazione?


SJ: Sebbene disegni sin da quando ero bambino, il mio percorso nel mondo dell’illustrazione è partito da una formazione in graphic design. Nel panorama dinamico della metà degli anni Novanta, il graphic design richiedeva una versatilità che andava oltre le forme d'arte tradizionali. Questo approccio multidisciplinare ha determinato la mia preferenza per l'illustrazione, che mi ha permesso di fondere l'espressione artistica con i principi del design. Sono attratto dall'illustrazione per la sua capacità di trasmettere narrazioni, stile e impatto visivo, integrandosi perfettamente con gli elementi di design per coinvolgere gli spettatori a più livelli.

 

V: Qual è per te l’aspetto stimolante dell’illustrazione come arte?

 

SJ: la sua versatilità, Se da un lato nutro un profondo amore per la precisione e la matericità del disegno a mano, dall'altro apprezzo la libertà e la flessibilità che offre la pittura digitale. Associando tecniche tradizionali e digitali, sono in grado di esplorare un'ampia gamma di possibilità artistiche. Questa fusione mi permette di esprimere me stesso in modo autentico, spingendo al tempo stesso i confini della creatività e dando vita a opere d'arte uniche e convincenti.



V: Come definiresti la tua firma stilistica?

 

SJ: come una fusione tra diverse contaminazioni che traggono ispirazione dal ricco tessuto urbano della mia città natale, Shanghai. Costellata dalle giustapposizioni dei suoi grattacieli imponenti e dai caratteristici bungalow, caratterizzata dalla coesistenza di ideologie comuniste e sottoculture emergenti, si rispecchia nel mio lavoro attraverso concept contemporanei e superstizioni tradizionali.

Radicato in un profondo apprezzamento per la storia dell'arte, il mio stile è una sintesi di vari movimenti artistici e riferimenti culturali. Le mie influenze spaziano dalla meticolosa arte cinese all'eleganza dell'Ukiyo-e, dai principi avanguardisti del design Bauhaus ai dettagli intricati delle opere di Durer, definendo il linguaggio visivo delle mie creazioni. Inoltre, la mia passione per i manga e gli anime aggiunge alla mia arte un'energia dinamica e un aspetto fiabesco.

 

V: Come te, anche il nostro stile si ispira fortemente alla nostra città natale. Quali specifici elementi di Shanghai influenzano i tuoi lavori?

 

SJ: La mia ispirazione artistica è profondamente legata al vibrante intreccio urbano di Shanghai, la mia città natale. Crescere tra le sue caratteristiche strade, i suoi edifici e le sue diverse culture ha plasmato profondamente la mia visione creativa. L'evoluzione della città dai primi anni '80 a oggi è una ricca fonte di ispirazione che si riflette nelle mie opere d'arte.

In particolare, mi affascinano le meraviglie architettoniche che contraddistinguono lo skyline di Shanghai, le strade brulicanti di vita e la romantica presenza delle biciclette, un tempo onnipresenti nel panorama dei trasporti della città durante i miei anni di formazione. Inoltre, il ricco patrimonio di dialetti e l'eclettico mix di persone che chiamano Shanghai casa arricchiscono ulteriormente la mia prospettiva artistica.

 

V: Che tipo di strumenti usi e perché?

 

SJ: I miei strumenti principali sono matita e penna, legati ad anni di formazione e a una profonda passione per lo schizzo tradizionale. Questi materiali mi permettono di catturare l'essenza grezza delle mie idee con accuratezza e intensità. Tuttavia, utilizzo anche le tecniche digitali, che offrono una flessibilità e un'adattabilità senza pari. Lavorare in digitale mi permette di effettuare facilmente modifiche, collaborare con gli animatori e adattare senza problemi le mie opere d'arte a diverse piattaforme. Combinando mezzi tradizionali e digitali, ho modo di esplorare l'intero spettro delle possibilità creative mantenendo efficienza e versatilità nel mio processo artistico.

 

V: Chi sono I tuoi punti di riferimento in ambito professionale?

 

SJ: Vincent van Gogh è il mio più grande idolo nel mondo dell'arte. Se parliamo di illustrazione, sono innumerevoli i maestri che hanno influenzato il mio lavoro, e l'elenco degli artisti che amo continua ad allungarsi ogni giorno.